Quale tipologia di allenamento può farti migliorare le prestazioni?

Ben ritrovati. Oggi risponderò all'incognita che attanaglia tutti gli sportivi, agonisti e non.
Ogni volta che mi ritrovo a conversare con un atleta, indipendentemente dalla disciplina da lui praticata, la domanda che sistematicamente mi viene posta è: "Quale esercizio mi consigli per migliorare?". La risposta è nessuno.
Ma come?
Le persone, in questo caso parlo sia di sportivi che non sportivi, sono abituate a pensare in maniera del tutto semplicistica riguardo gli adattamenti, la fisiologia del nostro corpo. Questo molto probabilmente a causa di marketing, passato e presente, atto alla vendita di prodotti (sia come attrezzi sia come alimenti sia come metodiche di allenamento e/o alimentazione) venduti come miracolosi nel superamento di un ostacolo. Di conseguenza si è abituati a pensare "1 problema, 1 risoluzione".
Il nostro corpo è molto complesso. Il suo obiettivo è la sua sopravvivenza, ma prima ancora la sua integrità. Ci mette mesi se non anni per trovare degli equilibri interni e non è quindi per nulla facile romperli; primo, perchè sono consolidati e, secondo, perchè combatterà per mantenerli quando messi in crisi. Eh sì! Perchè l'allenamento in fin dei conti ha proprio il fine di minare questi equilibri, di far uscire il corpo dalla comfort-zone acquisita e conseguentemente rompere l'omeostasi interna costringendolo ad avviare adattamenti interni (sia endocrini, sia strutturali) assimilando così il lavoro svolto e SPECIALIZZANDOCI all'attività praticata. Ma tutto questo per dire cosa?
La chiave per giungere a una prestazione migliore sta nel lungo periodo: AVERE UNA BUONA PROGRAMMAZIONE.
Il nostro corpo non ragiona in modalità monofattoriale, ma multifattoriale. Non ragiona in acuto, ma in cronico.
Non sarà quindi il singolo esercizio a farci migliorare la prestazione di riferimento, ma il carico di allenamento sul lungo periodo e quindi una buona programmazione. Lavorare prima ad ampio raggio allenando tutte quelle componenti generali che fanno da fondamenta alla prestazione e poi allenando quelle specifiche l'obiettivo. E' chiaro comunque che vi saranno esercizi o, meglio, mezzi di allenamento maggiormente adatti al nostro obiettivi ma vanno individualizzati e soprattutto utilizzati sempre perdere di vista le altre peculiarità.
ESEMPIO PRATICO: ciclista di gare criterium.
Si allena con esercizi di ripartenze e scatti massimali, trascurando totalmente resistenza di base. Si allena così per molto tempo e piano piano migliora le prestazioni sul modello di riferimento.
Nelle gare criterium sarà fortissimo sugli scatti e ripartenze tipici di queste manifestazioni, ma molto probabilmente a metà gara andrà in affaticamento per mancanza di resistenza psico-fisica scarsamente allenata. O ancora, se dovesse ritrovarsi in fuga andrà presto in difficoltà poichè scarsamente allenato agli sforzi estensivi. In poche parole è un atleta monodimensionale che non sa destreggiarsi in diverse situazioni di gara. Nella prestazione intensiva ha vissuto un miglioramento prestazionale, ma come ciclista ha vissuto un deterioramento importante della performance.
Il succo del discorso è: abituiamo il nostro corpo a differenti stress fisici e mentali, perché vi ricordo che prima di essere un ciclista, un pugile, un maratoneta siamo degli atleti. Più siamo abituati ad una multilateralità di movimenti, di situazioni diverse che apparentemente non centrano nulla con il nostro sport, e più saremo in grado di cavalcare differenti situazioni, meglio dei nostri avversari.
Vi saluto, ci vediamo alla prossima lettura!