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Nutrizione e longevità, riconsiderare l'alimentazione per vivere più a lungo.

Aggiornamento: 7 dic 2021


Sappiamo che con l’aumentare dell’età, ahimè, aumenta il rischio di molte patologie, come patologie cardiovascolari e il cancro, ma anche sempre più spesso di malattie neuro degenerative. È proprio sulle malattie neuro degenerative che la ricerca fatica ancora a trovare soluzioni preventive diverse dal trattamento con farmaci, anche se sono già state trovate molte soluzioni farmacologiche che però hanno un effetto modesto e agiscono solo sui sintomi di queste malattie non riuscendo ad influenzarne, invece, il decorso. La domanda é: esiste qualche strategia preventiva nutrizionale in questo ambito? Quindi l’alimentazione ci può aiutare dal punto di visto cognitivo come aiuta nella prevenzione di malattie quali quelle cardiovascolari? Restrizione calorica e digiuno a intermittenza Negli ultimi anni in ambito nutrizionale la ricerca ha sempre più spesso indagato strategie alimentari per aumentare la durata della vita, la sua qualità e cercare di ridurre il declino cognitivo. Sono stati presi in esame diversi metodi ma gli unici verso cui oggi vi é una base scientifica solida sono la restrizione calorica e il digiuno intermittente. Anche nel caso del digiuno a intermittenza, però, per essere efficace deve accompagnarsi ad una restrizione calorica. Quindi il digiuno non é un metodo alternativo ma solo una modalità con cui attuare una riduzione delle calorie giornaliere. Come funzionano questi due metodi e che cosa si intende per riduzione calorica e digiuno intermittente?

  • Per riduzione delle calorie si intende una riduzione che va dal 10 al 50% delle calorie giornaliere.

  • Per digiuno a intermittenza si intende protocolli di digiuno che prevedono 16-24 ore di digiuno con una breve finestra di tempo in cui é possibile mangiare. Il fatto che la finestra temporale per mangiare sia molto breve già di per sè determina spesso una restrizione calorica, quindi non é ancora chiaro se l’effetto benefico sia legato al digiuni intermittente o alla semplice restrizione calorica che si va a determinare

  • Un ulteriore metodo indagato e che ha fornito alcune prove positive é una specifica distribuzione dei nutrienti durante la giornata e quindi nei pasti in una dieta normo calorica, cioè che non prevede una restrizione energetica. Come nel caso del digiuno, anche in questo caso é probabile che una determinata distribuzione dei nutrienti comporti una involontaria riduzione di cibo e quindi una riduzione delle calorie, determinata da un maggiore senso di sazietà.

Conclusioni Sembra quindi evidente come, in realtà, la ricerca sugli interventi nutrizionali per aumentare la durata della vita in salute e ridurre il declino cognitivo si basi principalmente sulla restrizione calorica che attiva alcuni meccanismi metabolici che possono avere dei benefici sulla salute. Anche se alcuni autori fanno notare come i benefici potrebbero non essere legati alla sola restrizione calorica ma alla riduzione di uno o più macronutrienti.

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