Come non perdere la condizione fisica in quarantena.

In un clima di incertezza come quello in cui stiamo vivendo è chiaro che molti atleti si sentono spaesati. Le date delle competizioni continuano a saltare, le strutture ove allenarsi vengono chiuse, insomma ci si ritrova a doversi reinventare in termini di approccio alla programmazione dell'allenamento, ma anche più propriamente alle metodologie di allenamento.
La domanda non deve essere come continuare a migliorare la propria condizione in questa situazione, ma come mantenerla e farsi trovare pronti all'inizio delle gare.
Può sembrare un controsenso quanto detto qui sopra, ma in realtà è un qualcosa di logico e assolutamente funzionale a qualsiasi atleta agonista di qualsiasi disciplina.
Per spiegarvi ciò riprendo i fondamenti della periodizzazione dell'allenamento: la programmazione della preparazione atletica sottostà sempre a queste 5 fasi:
-1° FASE: BASE GENERALE
-2° FASE: COSTRUZIONE
-3°: FASE: PRE-AGONISTICA
-4° FASE: AGONISTICA
-5° FASE: RECUPERO
Questi periodi appena elencati si ripetono ciclicamente.
Ora, nella 1° fase di preparazione "base" la preparazione avrà il fine di allenare le varie componenti della prestazione atletica di riferimento genericamente in modo da ergere le fondamenta che sosterranno i carichi dei periodi successivi sicuramente più intensi e specifici. Saranno allenamenti di ottimizzazione del movimento per migliorare il gesto atletico e quindi ridurre il rischio infortuni, migliorare l'efficienza e nel caso di interfaccia atleta-attrezzatura trovare il giusto setting di quest'ultima in modo da ottimizzare il feeling.
Questa è la fase su cui un atleta agonista si deve concentrare in questo momento e per 2 motivi:
-probabile inaccessibilità alle strutture specifiche la disciplina
-mancanza di gare
Il primo motivo è di immediata comprensione: inutile pensare di svolgere allenamenti specifici (tipici della fase di costruzione e soprattutto di quella pre-agonistica) se non si ha accesso all'attrezzatura adeguata che può essere un campo di gioco, una palestra, etc.
Il secondo motivo è che non essendoci un calendario gare preciso è impossibile programmare in maniera specifica la preparazione atletica. Negli sport di squadra la variabile "tipologia di competizione" si sente meno, ma in altri sport come quelli endurance vi è grande varietà di specialità e molti atleti si trovano a doversi adeguare a terreni diversi dai loro usuali pur di gareggiare. E' dunque questo il momento di lavorare pesantemente sulle fondamenta: allenamenti che strizzano l'occhio alla parte aerobica, anaerobica, neuro-muscolare, propriocezione, miglioramento delle "weaknesses" anche e soprattutto senza attrezzatura specifica la disciplina praticata. In poche parole usiamo questo momento così particolare per investire sul nostro essere ATLETA e non semplicemente sull'essere calciatore, cestista, pallavolista, ciclista, podista, etc.
Prendendo ad esempio il calciatore o il cestista una programmazione attualmente dovrebbe prevedere sessioni di endurance (alternando corsa e bici), propriocezione dinamica (cinestesia), allenamenti a corpo libero o con attrezzi reperibili in casa per il rinforzo muscolare soprattutto in presenza di infortuni ricorrenti ed infine una piccola parte di lavoro destinata al mantenimento del feeling con l'attrezzo (palla in questi due casi specifici), con palleggi ad esempio.
